Non solo la salute dell’uomo, ma anche quella del pianeta. Le aziende farmaceutiche italiane sono più green, sempre più attente all’impatto ambientale del farmaco
E’ questa la ‘fotografia’ che emerge dal report ‘Indicatori farmaceutici’ realizzato dal Centro studi di Farmindustria.
In dieci anni, considerando la crescita della produzione, l’industria farmaceutica italiana ha abbattuto del 50% le emissioni dei gas che alterano il clima (anidride carbonica, biossido di azoto, metano e altri gas), rispetto a un calo del 27% della media manifatturiera.
Non solo: c’è stato un -48% per quanto riguarda i consumi energetici, rispetto a una media dell’industria manifatturiera del -15%.
Questi risultati sono frutto dei crescenti investimenti in tecnologie green: la quota di fondi in apparecchiature e dispositivi destinati alla prevenzione dell’inquinamento (ovvero che azzerano o riducono alla fonte l’inquinamento del processo produttivo) nell’industria farmaceutica è infatti pari al 44%, rispetto a una media manifatturiera del 37%.
L’industria farmaceutica ha anche dato vita, nel 2015, alla cosiddetta Eco-Pharmaco Stewardship (Eps), un programma europeo a guida industriale di gestione intelligente e sostenibile dell’impatto ambientale del farmaco lungo tutto il suo ciclo di vita.
Inoltre in Italia dal 1980 le imprese hanno costituito, insieme alla filiera, un sistema centralizzato a garanzia del corretto smaltimento dei medicinali scaduti.
Perché anche quest’ultimo passaggio della vita del farmaco è diventato più green.